Con l’afa e nel gelo, abitualmente stipati oltre ogni ragionevole densità nella minuscola sala dell’Escobrillo, di punto in bianco liberi di far galoppare mandrie di calici nell’immensa prateria dehorata; schiaffeggiati dal Covid, smembrati dal cantiere Atm, storditi dai panegiri DCPiemmini, accecati dalle fumose ordinanze, rintronati dai durissimi colpi inferti dai mutevoli orari e dai repentini cambiamenti d’abito dell’enoteca, condizionati dalla mescita libera, limitata, vietata, sconvolti dalla costante incertezza, malgrado tutto ciò, la squadra Escobrilla non ha mai cambiato la propria impostazione: sempre predisposta al contrattacco, con marcature strette sul Gusto di ognuna/o, senza cadere in tatticismi commerciali. Il potere dell’incertezza è tale finché non ci si rassegna a considerarla una certezza.
Se state leggendo queste righe è perché vi siete imbarcati in un’avventura un poco folle, ma sicuramente nuova. Il Covid – morte agli untori – ci costringe a riconsiderare la Normalità e non sia mai che ci insegni pure qualcosa.Qualcuno ha affermato che, a ben vedere, la normalità che ci circonda – che spesso ci annoia –- è composta interamente da cose che sono state considerate folli. La Storia Umanissima del Vino a cui parteciperete nasce dalla pura fermentazione della vita, a cui segue un affinamento in botti, anzi in vasche, meglio in piscine, di follia. Potreste leggerla come una bellissima storia e, in effetti, è affascinante se non fosse che vi appartiene da sempre.
Solo che non ve l’ha detto mai nessuno: chiedetevi il perché.